mercoledì 6 maggio 2015

Che differenza c'è tra psicologo psicoterapeuta e psichiatra?

"I problemi generano problemi
e la mancanza di metodo nel risolverli 
genera più problemi"
Crosby Philip B.


In questo articolo cercherò di rispondere ad una domanda che mi viene posta molto spesso. 
Qual’è la differenza tra uno psicologo uno psicoterapeuta e uno psichiatra?
Queste figure professionali sebbene afferenti al solito ambito, cioè la salute mentale, differiscono l’una dall’altra per varie ragioni. Vediamole insieme descrivendole brevemente.

Chi è cosa fa uno psicologo?

Uno psicologo è un laureato in psicologia con una laurea magistrale, in cui il percorso di studi previsto è di circa 5 anni. Dopo di che ha fatto un tirocinio pratico della durata di un anno, diviso in due semestri in cui ha operato direttamente sul campo in aree differenti. Ad esempio io durante il mio tirocinio, ho fatto il primo semestre in area pedagogica e il secondo in area clinica. Finito questo anno di tirocinio pratico, c’è un esame di stato abbastanza selettivo superato il quale viene conferita la carica professionale di psicologo, con relativa iscrizione all’albo.
Cosa può fare uno psicologo in ambito clinico? Uno psicologo può fare consulenza psicologica, cioè può aiutarvi a superare un momento di crisi che vi trovate ad affrontare, a migliorare la gestione dei rapporti interpersonali, familiari, amorosi; però tutto questo per poche sedute (in genere 3 o 4), non può infatti lavorare sulle psicopatologie. Ma può anche fare, e soprattutto fa, psicodiagnosi. Cosa significa? Vedetelo un po’ come lo psicologo di base, cioè ho un problema, vado dallo psicologo di base, e lui dovrebbe comprendere di cosa si tratta, e in base a questo fare una diagnosi per inviarmi allo specialista più idoneo a risolvere quel tipo di problema. E’ un po’ come il medico di condotta, nel senso, mi fa male un ginocchio, vado dal dottore di base. Se è una cosa semplice mi darà lui una pomata, magari mi fa una fasciatura, altrimenti se è una cosa complicata cosa fa? Mi invia dallo specialista più idoneo a trattare quel tipo di problema. Se mi fa male il ginocchio non mi manderà dal cardiologo, ma da un ortopedico che ha le conoscenze che mi aiuteranno a farlo guarire. Lo stesso fa lo psicologo, cioè valuterà qual’è il vostro tipo di problema e vi invierà allo specialista più idoneo a risolverlo. Quali sono le due macroclassi di specialisti dai quali vi può inviare? lo psichiatra e lo psicoterapeuta.

Chi è cosa fa uno psicoterapeuta? 

Abbiamo detto prima che è uno specialista, quindi cosa ha di diverso da uno psicologo? E’ in sostanza uno psicologo o un medico, che dopo l’abilitazione professionale, ha intrapreso un percorso di studi e di pratica clinica di 4 anni in una scuola di psicoterapia. 
Ce ne sono di tanti tipi, le più famose che mi vengono in mente e magari alcuni di voi avranno già sentito nominare sono: la psicoanalisi freudiana e jounghiana, la scuola cognitivo comportamentale, la sistemico relazionale, la rogersiana, l’analisi transazionale, ecc, oppure la scuola di specializzazione che ho intrapreso io che è la scuola di terapia breve strategica.
Ma come opera uno psicoterapeuta? Uno psicoterapeuta cerca di risolvere problemi tipicamente di tipo psicopatologico, ma non solo, attraverso l’uso della  comunicazione. Perché ho utilizzato questo termine, comunicazione e non parola? Perché sono intrinseche della comunicazione tante altre caratteristiche oltre alla parola, e mi riferisco in particolare al paraverbale e al non verbale. Nella comunicazione è compresa la lettura del non verbale che è come ci muoviamo o meglio come ci esprimiamo comunicando con il corpo. Vi assicuro che attraverso il linguaggio non verbale passa circa il 70% della comunicazione (inconsapevolmente per chi si muove e per chi osserva), il restante 30% passa attraverso il paraverbale, che è il tono che uso per dire una certa cosa, e la parola che noi tutti utilizziamo. 
Quindi abbiamo detto che uno psicoterapeuta cerca di risolvere alcuni tipi di problemi psicologici attraverso l’uso della comunicazione. 
Naturalmente, nelle varie scuole che dicevamo prima, vengono utilizzate tutta una serie di metodologie che permettono di comprendere insieme al paziente il suo disagio, analizzarlo da diversi punti di vista, e adottare metodi che possano smuoverlo dalla situazione in cui da solo, di solito, si è buttato a capofitto. Non dimentichiamoci infatti che siamo noi gli artefici di ciò che ci succede, sia nella buona che nella cattiva sorte. Quindi chi ha un disagio di tipo psicopatologico, non deve sentirsi malato, è solo una persona che purtroppo ha iniziato a vedere,  percepire e reagire, in modo disfunzionale certi eventi, certi pensieri, certe azioni. 
Passiamo adesso all’ultima categoria di specialisti che è quella degli psichiatri.

Chi è cosa fa uno psichiatra? 

E’ un medico, laureato quindi in medicina, con un percorso di studi previsto di 6 anni, che si è specializzato con un ulteriore percorso di studi in psichiatria. La differenza fondamentale con lo psicoterapeuta è che lo psichiatra ha la possibilità di prescrivere farmaci, quindi cerca di alleviare le sofferenze di chi soffre di disturbi mentali attraverso la somministrazione di farmaci. Ce ne sono di tutti i tipi, ansiolitici, antidepressivi, antipsicotici ecc… Questi consentono ad esempio a chi soffre di un disturbo di ansia, di andare a tamponare le emozioni e le sensazioni attivate oltre misura da questo tipo di problema. Ci sono alcuni aspetti però da tenere presenti, il primo positivo è che effettivamente gli psicofarmaci funzionano, nel senso che se vivo costantemente con alti livelli di ansia che non mi permettono di condurre la vita che vorrei, in effetti i farmaci riescono da subito a farmi sentire meglio e non provare più disagio. Ma c’è un rovescio della medaglia. Prima di tutto sedando l’emozione alla base dell’ansia, cioè la paura, vado ad appiattire anche altri tipi di emozione. Quindi sederò anche la gioia, l’amore, la tristezza, insomma le emozioni in generale tendono ad appiattirsi. Per di più non risolverò il mio problema di fondo, dato che le modalità di pensiero e comportamentali che mettevo in atto e che avevano dato origine al problema, rimarranno inalterate senza opportune ristrutturazioni e indicazioni volte a rompere il circolo vizioso che da solo avevo instaurato. Quindi mi troverò costretto, senza un adeguato supporto psicoterapeutico, a continuare la cura farmacologica per tutta la vita. Il disturbo mentale, non è infatti come un’influenza, per la quale una volta eliminato il virus che mi aveva infettato, ritorno come nuovo. Il problema, nel caso delle psicopatologie, fatta eccezione per patologie come la schizofrenia, non inizia con una disfunzionalità di tipo organico, ma nasce, si mantiene ed evolve sulla base dei nostri tentativi disfunzionali di risoluzione dei problemi. L’origine dei disturbi mentali minori come ansia, attacchi di panico, anoressia, bulimia, ossessioni, compulsioni, depressione, non è quindi da ricercare in cause di tipo fisiologico, ma ambientali, e in particolare su ciò che casualmente ci succede, e nella nostra capacità di risolvere certi tipi di problema, che a volte sfuggono dalla nostra possibilità di comprensione e risoluzione.  

Per concludere in modo chiaro vorrei sinteticamente riassumere le differenze fondamentali tra le figure professionali che abbiamo visto.

Lo psicologo è una figura di base a cui bisogna fare riferimento in ambito clinico, per psicodiagnosi o brevi consulenze.

Lo psicoterapeuta è uno specialista che può svolgere psicoterapie volte alla rottura degli schemi psicopatologici attraverso l’uso della comunicazione.

Lo psichiatra è un medico che tratta clinicamente le psicopatologie attraverso la somministrazione di medicinali.

Per approfondimenti potete leggere questi articoli:



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