lunedì 1 luglio 2013

Ipocondria e patofobia, sintomi, mantenimento del problema, tentate soluzioni.


"Non vivere con la paura di morire,
ma muori con la gioia di aver vissuto"
Jim Morrison

Tutti conoscono il termine ipocondria, la potremmo definire come la certezza di avere una o più malattie che in realtà non ci sono. In pochi invece avranno sentito parlare della patofobia o meglio la paura di avere una malattia. Questi due disturbi, apparentemente molto simili, possiedono in realtà strutture completamente differenti. Ho scelto di trattarli in un unico articolo proprio per enfatizzarne caratteristiche e differenze.


Ipocondria
L’ipocondriaco è convinto di avere una malattia e per questo monitorizza costantemente il proprio corpo per carpire le sensazioni, i segnali, che ne indichino la presenza.
Più precisamente, il suo ascolto ossessivo delle sensazioni corporee, è volto alla ricerca di segnali che sconfermino la presenza della malattia tanto temuta (di solito letale). Paradossalmente invece ascoltandosi costantemente (infatti cerca ma per non trovare) finisce per trovarne ancora di più avvalorando la sua credenza iniziale. Si infila letteralmente in una spirale che si autoalimenta.

Le tentate soluzioni che di solito vengono adottate ma peggiorano e mantengono il problema sono:

Ricerca di segnali
La tentata soluzione disfunzionale del controllo corporeo per rassicurarsi, diviene il mezzo attraverso il quale si scovano e concretizzano i tanto temuti sintomi dell’infausta malattia.

Parlare del proprio problema
La costante preoccupazione per il proprio stato fisico, naturalmente si ripercuote anche nella sfera sociale. L’ipocondriaco infatti ne parla in continuazione sia con gli amici che con i familiari, si aspetta dei trattamenti speciali e si sente incompreso. Naturalmente parlare del proprio problema costantemente non fa altro che renderlo ancora più vivo e
presente.

accertamenti medici
Alla continua ricerca di conferme alla propria convinzione, fanno ricorso a numerosi pareri specialistici richiedendo costantemente nuovi esami. Anche se si sentono rassicurati dai medici che stabiliscono l’assenza di patologie organiche, tendono a screditarli,. Si sentono irritati da coloro che ipotizzano un’origine psicologica dei disturbi che li affliggono.

Patofobia
Come indica il nome la patofobia rientra nell’area dei disturbi fobici. Il patofobico ha paura di avere o poter contrarre una malattia. Qualsiasi segnale inusuale proveniente dal corpo lo spaventa in modo esagerato perchè potrebbe essere un sintomo preoccupante. Quindi cerca di scacciare questo pensiero che però più viene scacciato più diviene presente e assillante. La paura derivante dalla lettura errata delle sensazioni emergenti può crescere al punto di sfociare nel panico.

Le tentate soluzioni che di solito vengono adottate ma peggiorano e mantengono il problema sono:

Cercare di scacciare il pensiero
Quando un pensiero spaventoso si ripropone in modo incontrollato, una delle tentate soluzioni disfunzionali più comunemente messe in pratica è cercare di non pensarci. Il pensiero inopportuno, proprio per la sua natura ossessiva cercherà invece di riproporsi sempre più. Più cerco di scacciarlo più finirò per chiamarlo e alimentarlo.
Per scacciare le proprie paure è necessario cercale e affrontarle. I fantasmi che noi evochiamo, se scappiamo ci inseguono e ci spaventano a morte, se li tocchiamo, svaniscono.

Tende a non fare accertamenti medici
I patofobici preferiscono solitamente rimanere nel dubbio sulla possibilità o meno di avere una malattia. Dato che hanno paura di avere una malattia, preferiscono non sottoporsi a controlli medici perchè potrebbero concretizzare i propri timori.

Ne parla con chiunque come per chiedere aiuto
Il patofobico come l’ipocondriaco, parla molto volentieri e spesso con gli altri dei propri disagi fisici. Più che per scaricarsi dall’ansia però, ne parla per chiedere aiuto. Anche in questo caso però parlarne non fa altro che alimentare e rendere sempre più presente e concreto il problema.

La Terapia Breve strategica risulta molto efficace nel trattamento dell'ipocondria e patofobia, attestando la percentuale di risoluzione completa del problema nell'89% dei casi trattati.
Bibliografia:


G. Nardone, Solcare il mare all’insaputa del cielo, Milano, Ponte alle Grazie, 2008.

I. Conti, Autoinganni, Milano, Franco Angeli, 2012.

G. Nardone, Paura, panico, fobie, Milano, Ponte alle Grazie, 1993.

Dr. Patrick Bini

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