lunedì 25 maggio 2015

Perché tendiamo a pensare e comportarci rispecchiando il nostro io? Le tentate soluzioni.

"La persona più facile da
ingannare siamo noi stessi".
(Edward Bunker)


Abbiamo visto nel precedente articolo (Cosa vuole dire essere se stessi? Cosa mi rende la persona che sono?) come il nostro sistema cerebrale sia costruito e si ristrutturi costantemente per rispecchiare in ogni istante il nostro essere. Grazie alla plasticità neurale è possibile cambiare, sia le nostre credenze, che il nostro modo di fare, di percepirsi, di agire... Ma nella realtà pratica non è così semplice. Tendiamo infatti a mantenere e riproporre certi schemi, proprio perché ormai consolidati. Cambiare comporta infatti un grosso spreco di energie sia fisiche che mentali, e il nostro, se così si può dire, "sistema di risparmio cerebrale", ci spinge costantemente a ripercorrere le vecchie strade che si sono mostrate funzionali in passato. E qui sta l'inghippo. Non è infatti detto che un tentativo di soluzione funzionale, adottato in passato per un problema analogo a quello che dobbiamo affrontare, funzioni anche nel presente. Allora spinti dalle nostre credenze e autoinganni, continuiamo a metterlo in atto, anche se al momento non funziona. E' molto più comodo insistere così, che cercare un'alternativa. Per di più, continuando ad utilizzarlo, andiamo a rinforzare fisicamente degli schemi cerebrali che al momento non funzionano, per la risoluzione del problema emergente, finendo per complicarlo sempre di più. Queste riflessioni ci permettono di introdurre il concetto di tentata soluzione. 

domenica 17 maggio 2015

Cosa vuole dire essere se stessi? Cosa mi rende la persona che sono?

"Lo so che io sono ciò che sono. 
Ma non sono sicuro di quello che sono".
(Mason Cooley)



In realtà i fattori che contribuiscono a renderci ciò che siamo sono molti. Ma essenzialmente sono la genetica e i fattori ambientali.

Partiamo dal primo, i fattori genetici:

Cosa è la genetica? Cercando di semplificare: è una scienza che studia come le informazioni codificate nel DNA vadano a strutturare biologicamente tutte le componenti fisiche di cui siamo realmente fatti. Quindi il DNA di ogni pianta, fungo o animale, rappresenta il progetto dell’essere che andrà a costruire.

lunedì 11 maggio 2015

Quando un problema diviene psicopatologia?

Continuando a fare ciò che hai sempre fatto
otterrai ciò che hai sempre ottenuto.
"Tony Robbins"

Sfatiamo subito i falsi miti per i quali chi ha un disagio di tipo psicologico è matto.
Il confine tra “normalità” e “patologia” è in realtà molto sottile, e purtroppo ognuno di noi può cadere in fallo con estrema facilità. Per fare un esempio, un evento terrificante della durata di pochi secondi, come un attacco di panico, può trasformare immediatamente una persona se così si può dire, “normale”, in una persona con un problema psicopatologico.





Ma allora cos’è una psicopatologia? 

mercoledì 6 maggio 2015

Che differenza c'è tra psicologo psicoterapeuta e psichiatra?

"I problemi generano problemi
e la mancanza di metodo nel risolverli 
genera più problemi"
Crosby Philip B.


In questo articolo cercherò di rispondere ad una domanda che mi viene posta molto spesso. 
Qual’è la differenza tra uno psicologo uno psicoterapeuta e uno psichiatra?
Queste figure professionali sebbene afferenti al solito ambito, cioè la salute mentale, differiscono l’una dall’altra per varie ragioni. Vediamole insieme descrivendole brevemente.

Chi è cosa fa uno psicologo?

Uno psicologo è un laureato in psicologia con una laurea magistrale, in cui il percorso di studi previsto è di circa 5 anni. Dopo di che ha fatto un tirocinio pratico della durata di un anno, diviso in due semestri in cui ha operato direttamente sul campo in aree differenti. Ad esempio io durante il mio tirocinio, ho fatto il primo semestre in area pedagogica e il secondo in area clinica. Finito questo anno di tirocinio pratico, c’è un esame di stato abbastanza selettivo superato il quale viene conferita la carica professionale di psicologo, con relativa iscrizione all’albo.