venerdì 11 settembre 2015

Le profezie che si autorealizzano. Gli ossessivo-paranoici.


“La funzione della profezia
non è di predire il futuro, 

ma di crearlo".

J. A. Barker




Cassandra, figlia di Priamo, re di Troia, sedusse e fece innamorare di se Apollo, che le dette il dono della profezia in cambio del suo amore. Quando lei si rifiutò di concedersi, Apollo si infuriò, e sputandole sulle labbra, la punì facendo si che le sue profezie fossero sempre volte alla sventura e restassero inascoltate. Negli anni a venire Cassandra profetizzò innumerevoli catastrofi, come il cavallo di Troia, o la morte di Agamennone, ma nessuno volle mai ascoltarla, e fu addirittura additata come profeta di sventura e quindi mal vista. 
Questa figura mitologica, con un destino piuttosto triste, ricorda molto una condizione vissuta quotidianamente da coloro che soffrono appunto della “Sindrome di cassandra”, o che in modo un po’ più “moderno” definirei ossessivo-paranoici. In particolare con tale definizione, si indicano tendenzialmente coloro che formulano ipotesi pessimistiche, e temono di non poter fare nulla per evitare che si verifichino. Anzi spesso e volentieri temono talmente tanto la realizzazione di un evento futuro da mettere in atto una serie di azioni che finiscono per far concretizzare la tanto temuta profezia iniziale. In questo caso si parla di profezia che si autorealizza.

Vi sembrerà strano ma succede molto spesso.
Ma facciamo qualche esempio concreto per comprendere meglio.
Qualche tempo fa venne da me in terapia una coppia in forte crisi perché lil marito aveva ripetutamente tradito la moglie. Arrivavano in terapia dopo diversi mesi dall’accaduto. La signora infatti, andando a curiosare nel cellulare di lui, come usualmente faceva, scovò un messaggio che il marito aveva scordato di cancellare e che lo inchiodava alle proprie responsabilità in maniera schiacciante. A nulla valsero le scuse e il negare allo stremo, il messaggio era inequivocabile.
Al di la di questo evento, andando ad analizzare meglio la storia, emersero dei dettagli che sembravano “legittimare” l’uomo al tradimento. Dovete infatti sapere che in circa 5 anni di matrimonio il poveretto, era stato perseguitato dalla moglie gelosissima. Temeva così tanto di essere tradita che cercava di lasciarlo solo il meno possibile, e quando erano in giro insieme controllava costantemente lo sguardo di lui e delle ragazze che incrociavano per poter bloccare sul nascere qualsiasi possibile sguardo d’intesa. In passato era addirittura accaduto che una vecchia amica si fosse avvicinata all’uomo per salutarlo, e la moglie accecata dalla gelosia lo avesse assalito furiosamente pestandolo di botte. Quando non erano insieme perché a lavoro, lo chiamava continuamente anche ogni ora, facendosi anche inviare foto o registrazioni della voce dei colleghi, per tenerlo sotto controllo e tranquillizzarsi che tutto fosse a posto.
Capirete da soli che in un rapporto così oppressivo, anche il più docile degli uomini finisce con il ribellarsi sgomitando. E l’occasione per evadere da quella prigione così stretta giunse con una nuova ragazza assunta dall’azienda per la quale l’uomo lavorava. I due iniziarono a confidarsi allacciando un ottimo rapporto che li portò inevitabilmente al tradimento.
I coniugi giunsero comunque in terapia da me perché l’uomo era estremamente pentito del suo agire ed era ancora molto innamorato di sua moglie, volevano pertanto entrambi riallacciare i rapporti che ormai si erano rotti. Il resto della storia la lascio alla vostra immaginazione. Ciò che infatti mi preme sottolineare è la trama. Una donna che temeva così tanto di essere tradita da mettere in atto dei comportamenti preventivi, tesi al controllo, così opprimenti da ottenere il risultato completamente opposto, Voleva tenere così stretto suo marito per finire per soffocarlo e produrre come risposta un allontanamento.
Ed ecco che la profezia iniziale finisce per autoavverarsi, proprio perché il mio agire l’ha concretizzata, e pian piano portata a compimento.
Dante a tal proposito disse “chi è causa del suo mal pianga se stesso”…
Il problema è che non sempre tali atteggiamenti sono così chiari mentre vengono messi in atto. Anzi fondamentalmente rappresentano la soluzione che momentaneamente placa l’ansia interna data dall’incertezza, della consapevolezza di non avere tutto sotto controllo. E’ che così si finisce per farsi sfuggire le cose di mano alimentando il problema in modo circolare.
Credo che adesso sia più chiaro cosa intendo con “profezia che si autorealizza”.
In terapia breve strategica, le persone che agiscono come “Cassandre di se stessi”, vengono definiti ossessivi-paranoici.
Tipicamente, anche se le sintomatologie e le modalità percettivo-reattive sono molto soggettive, possiamo distinguere 4 diversi profili di ossessivo paranoici:

Rivolto al passato.

Qualcosa di inaccettabile successo in passato, mi impedisce di andare avanti nel presente.


Il ricordo dell’evento riemerge in modo ossessivo anche più volte al giorno, causando rabbia e frustrazione, e confermando alla persona la propria impossibilità di superare eventi critici analoghi o percepiti come potenzialmente rischiosi, perché potrebbero portare al solito esito avuto in passato. In questo caso una delle tentate soluzioni disfunzionali più utilizzate è evitare la situazione tanto temuta. Ma così naturalmente finisco per perdere in partenza, dopotutto se voglio vincere devo giocare. Dandomi per sconfitto da subito realizzo la profezia per la quale, come in passato, non sono in grado di superare l’ostacolo.

Vi porto un altro caso clinico capitatomi qualche tempo fa. Uno studente universitario molto brillante per la verità, ma che a metà percorso di studi si era completamente bloccato. Non che non riuscisse più a studiare, anzi… Ma veniva assalito da un’ansia talmente forte prima degli esami da dover rinunciare a sostenerli. La sua ansia era dovuta ad un’insicurezza di fondo sulla sua preparazione, che non sembrava mai abbastanza.

Tutto era nato circa un anno prima, quando per la prima volta in vita sua, fu bocciato ad un esame scritto. “Eppure avevo studiato” fu la sua esclamazione. Il fatto che di oltre 100 studenti solo in 5 avessero superato l’esame non era rilevante per lui, il suo unico pensiero era rivolto al suo fallimento e alla delusione che aveva causato a se stesso e ai suoi familiari. Questo si tradusse da subito in una disperata ricerca della preparazione perfetta, che come comprenderete è irraggiungibile. Quindi non sentendosi mai perfettamente preparato, aveva iniziato a rimandare gli esami, realizzando egli stesso la profezia di essere bocciato che tanto temeva. Ogni esame non affrontato, anche se indirettamente, rappresentava infatti una sconfitta, proprio perché in realtà ogni volta si bocciava da solo reputandosi non preparato. E così era passato più di un anno senza che la sua carriera scolastica avanzasse minimamente. Tutte le sue paure si stavano concretizzando, senza che lui si rendesse conto di essere l’unico artefice dei propri fallimenti.
Come perdere una guerra senza neppure combatterla…

Rivolto al presente 


Paura del rifiuto 

Temo che gli altri mi rifiutino, allora assumo la posizione di rifiutato, facendo sì che gli altri mi rifiutino davvero.


Anche in questo caso per comprendere meglio, vi racconterò di un caso capitatomi qualche tempo fa. Si presentò da me un ragazzo dall’aspetto e dai modi oltremodo dolci e delicati, direi quasi femminili. C’è chi li definirebbe “effeminati”. Inizia a raccontarmi la sua storia e io ero pronto a sentirmi dire da un momento all’altro “sono gay”, invece tutto il contrario. Mi dice che lui è etero e che la parola omosessuale non la vuole nemmeno sentire nominare, anzi lo disturba ed è causa della maggior parte dei suoi malesseri.

Vi assicuro che dai modi di fare, alla posizione delle gambe e delle braccia, dall’impostazione della voce, dalla camminata ancheggiante, i segnali che mandava involontariamente erano inequivocabili, sono gay! Avrebbe tratto in inganno chiunque. Fatto sta che tutti coloro che lo conoscevano per la prima volta, non potevano fare a meno di chiedergli se fosse gay, e lui immediatamente se la prendeva ed evadeva dalla situazione isolandosi. Non ci crederete, ma non riusciva a spiegarsi la ragione per cui, tutti si chiedessero se lui fosse gay. Insistendo su questa strada per anni, si era fatto la convinzione che nessuno lo volesse e tutti lo rifiutassero perché gay, e guardate un po’, sembrava proprio un gay, realizzando la profezia che da solo lanciava. Pensando di non poter essere accettato in quella condizione si isolava da solo dicendosi “tanto non mi accetterebbero”, con il risultato di rimanere davvero escluso. Era arrivato ad un punto per cui proprio per la paura di sentirsi rifiutato neppure si proponeva, perché gli avrebbe fatto male dover affrontare sempre gli stessi discorsi, quindi preferiva arrendersi senza combattere, deprimendosi della sua condizione.
Ditemi voi se non siamo artefici, spesso inconsapevoli, del nostro destino…

Non sono capace. 

Non sono capace di fare, perché gli altri ce l’hanno con me, mi giudicano e me lo impediscono. 

Dato che la riuscita in ciò che affronto non dipende da me, evito di fare, oppure faccio ma non arrivo fino in fondo, tanto fallirei comunque.
E’ il caso di un romanziere che si rivolse a me perché stava attraversando un periodo difficile per il quale era incerto se continuare o meno a fare il suo lavoro.
In passato aveva pubblicato varie opere che avevano ottenuto un discreto successo, ma negli ultimi anni non riusciva ad essere produttivo come un tempo, le idee originali scarseggiavano e la critica aveva stroncato i suoi ultimi lavori. Il problema di fondo era che lui non riuscisse a comprendere come mai i suoi lavori non fossero graditi al pubblico. Anzi secondo lui il suo declino non dipendeva dalla qualità delle sue opere, ma dalle persone che non comprendevano la sua arte e che ormai partivano prevenute nei suoi confronti. Tant’è che ormai tutto ciò che scriveva rimaneva chiuso dentro il suo scrittoio, non valeva neppure più la pena far leggere agli altri, tanto le sue opere non sarebbero piaciute, tanto nessuno lo avrebbe capito. Come comprenderete uno scrittore che tiene per sé le sue opere per paura che vengano lette e giudicate dagli altri, non ha più un futuro…


Rivolto al futuro

Ho paura che nel futuro accadrà qualcosa di terribile che mi farà soffrire e mi impedirà di raggiungere i miei obiettivi


L’ossessivo paranoico rivolto al futuro, rappresenta l’esatta trasposizione moderna del mito di Cassandra. lo abbiamo visto nel primo caso che abbiamo osservato della “moglie gelosa”.
Quindi si lancia la profezia per paura che in futuro possa accadere qualcosa di disastroso, che temo in modo particolare. Il cercare di controllare ossessivamente la situazione, proprio perché non è possibile avere un controllo su tutto, arriva pian piano a concretizzare gli esiti tanto temuti.

L’arte di lanciare profezie
Nelle quattro tipologie di ossessivo-paranoici che abbiamo visto, troviamo una costante in comune, una profezia lanciata ossessivamente, che innesca dei pensieri e delle reazioni, che portano inconsapevolmente il soggetto a realizzare proprio ciò che di più teme.
Ma lanciare profezie non è in realtà sempre sbagliato o nocivo. Lo è se fatto inconsapevolmente, magari guidati da un pensiero ossessivo. La prerogativa essenziale per un profeta che intende lanciare “profezie buone” è la consapevolezza degli effetti che può produrre su se stesso e sugli altri. Come comprenderete non è una cosa così facile e scontata. La definirei piuttosto un’arma comunicativa che può essere usata quando intendiamo guidare qualcuno in una certa direzione. Viene spesso utilizzata consapevolmente in ambito terapeutico, per guidare i pazienti nella risoluzione dei propri problemi.
Ma in realtà chiunque può essere un profeta, e anche inconsapevolmente.
Vi sarà capitato, passeggiando con un amico/a, magari conosciuta da poco, che incontrando un conoscente, questo vi dicesse “che bel ragazzo/a, siete fidanzati, siete una bella coppia, state bene insieme”, e voi “no no, siamo solo amici…”. Anche se poi non è detto che accadrà nulla, questa semplice profezia, lanciata da qualcuno casualmente incontrato per strada, ha sicuramente fatto accendere il pensiero ad entrambi sul fatto di essere una bella coppia. Quindi non per forza la profezia si avvererà, ma sicuramente, se tra i due c’era un po’ di simpatia, l’affermazione non farà che incentivare entrambi ad andare in quella direzione. 

Proprio questo fa una profezia, mi porta a prendere in considerazione una possibilità alternativa, che potrà o meno verificarsi, ma che in base al contesto e al mio essere, posso, perseguire, ignorare o evitare.

La Terapia Breve strategica risulta molto efficace nel trattamento dei disturbi ossessivo paranoici, attestando la percentuale di risoluzione completa del problema nell'82% dei casi trattati.



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